Un uomo solo al cospetto del Telo, ma, grazie ai social, in collegamento con il mondo

Un uomo solo e commosso al cospetto dell’Uomo dei Dolori. E tutto intorno gli occhi del mondo puntati sul loro dialogo muto. E’ stata uno struggente invito alla meditazione la Preghiera straordinaria davanti alla Sindone nel pomeriggio di sabato 11 aprile 2020, Sabato Santo, condotta in una Cattedrale di San Giovanni, svuotata per il lockdown da coronavirus, da Mons. Cesare Nosiglia, Arcivescovo di Torino e custode pontificio del Telo, ma seguita in diretta da migliaia di canali social internazionali. Ed è stata anche la definitiva conferma della forza del digitale, come prezioso strumento per riunire e consolare le comunità di uomini raccolte attorno a Dio.
Nel mondo stravolto dalla pandemia, costretto all’isolamento nelle proprie case e alla distanza degli uomini l’uno dall’altro, i social media hanno potuto trasmettere e rilanciare il messaggio di conforto che il Lino conservato nel Duomo di Torino da sempre irradia. Ma che diventa tanto più importante nei giorni di forzata lontananza dalle chiese, di smarrimento, di sofferenza e di paura per le condizioni proprie e dei propri cari, di incertezza e fragilità economica indotte dal virus. Perché nulla come il volto sereno impresso sulla Sindone sa dirci che il dolore si vince con l’amore e che al buio segue la luce della rinascita.
Promosso dalla Commissione Diocesana per la Sindone e organizzata dall’Ufficio per la Pastorale dei Giovani e dei Ragazzi, con il sostegno di Città di Torino, Regione Piemonte, di Rai 3 e della media agency Eventum, il pomeriggio di devozione è stato ripreso e ritrasmesso dal Centro Televisivo Vaticano e dalle Tv e dalle pagine social di tutto il globo, prima fra tutte la pagina Facebook Sindone 2020. Tutto per quattro milioni e mezzo di utenti, credenti e non.
Di ostensioni televisive se ne erano già avute in passato: se ne rammenta quella del 1973, voluta dal Cardinale Pellegrino e quella del 2013, andata in onda sempre nel sabato santo e dedicata in particolare ai malati e ai giovani. Questa solenne preghiera straordinaria davanti alla Sindone stata però la prima social della storia, fruibile in tutto il mondo con qualsiasi dispositivo: pc, tablet, smartphone. Ed è stato quindi un grande momento di ascolto, confronto e condivisione.

Più forte è l’Amore
“Più forte è l’amore” è stato non a caso il motto di questa venerazione. Mons. Nosiglia lo ha deciso certo in continuità con L’Amore Più Grande, leit-motiv dell’Ostensione del 2015. Ma soprattutto con l’intenzionedi ribadire che l’amore «più forte» è quello del Cristo che vince la morte e che invita tutti alla speranza della risurrezione, al rinnovamento testimoniato dalla Pasqua, alla scoperta del senso di sé. “L’amore – ci dice Nosiglia – è anche quello che fiorisce oggi nelle case e nei condomini, chiamati a nuove prove di solidarietà, nel comune impegno a combattere la malattia e a scongiurarne la diffusione; che porta tutti noi a riscoprire i valori essenziali della vita, della famiglia, degli affetti nei ritmi rallentati di un’esistenza sospesa”.
Papa Francesco: “Il Padre ascolta i suoi figli e li salva”
Papa Francesco ha voluto esprimere tutta la sua vicinanza alla preghiera straordinaria davanti alla Sindone nella Cattedrale di Torino. “Mi unisco anch’io alla vostra supplica, rivolgendo lo sguardo all’Uomo della Sindone, nel quale riconosciamo i tratti del Servo del Signore, che Gesù ha realizzato nella sua Passione” ha scritto nel messaggio fatto recapitare nel Venerdì Santo a Nosiglia. Il quale a sua volta in segno di gratitudine ha voluto aprire la solenne celebrazione proprio con queste edificanti parole. Papa Bergoglio ha infatti invitato a riflettere sulla “fraternità necessaria” che oggi più di ieri unisce l’umanità. “Nel volto dell’Uomo della Sindone vediamo anche i volti di tanti fratelli e sorelle malati, specialmente di quelli più soli e meno curati; ma anche tutte le vittime delle guerre e delle violenze, delle schiavitù e delle persecuzioni”.
“Come cristiani – ha proseguito Papa Francesco – alla luce delle Scritture, noi contempliamo in questo Telo l’icona del Signore Gesù crocifisso, morto e risorto. A Lui ci affidiamo, in Lui confidiamo. Gesù ci dà la forza di affrontare ogni prova con fede, con speranza e con amore, nella certezza che il Padre sempre ascolta i suoi figli che gridano a Lui, e li salva”.
La supplica dell’Arcivescovo
Nel suo incedere verso la teca dove la Sindone è custodita, l’Arcivescovo è stato seguito in lontananza dalla presenza degli esponenti del territorio, rappresentanti in quel momento delle comunità di tutto il mondo: il sindaco di Torino Chiara Appendino, il presidente della Regione Alberto Cirio e il presidente del Consiglio regionale, Stefano Allasia. Quindi Nosiglia ha levato il suo appello a Dio: “Noi crediamo che sei tu a guidare il corso della storia dell’uomo e che il tuo amore può cambiare in meglio il nostro destino, qualunque sia la nostra umana condizione. Tu che sei conforto nella fatica e sostegno nella debolezza, per l’intercessione della beata Vergine Maria e di tutti i santi, medici e guaritori, allontana da noi ogni male. Liberaci dall’epidemia che ci sta colpendo affinché possiamo ritornare sereni alle nostre consuete occupazioni e lodarti e ringraziarti con cuore rinnovato. In te, volto mite e umile del Signore impresso sul Telo, noi confidiamo e a te innalziamo la nostra supplica”.
Torino in preghiera nell’attesa dei ragazzi Taizé
Questa venerazione straordinaria rilancia nel segno della speranza e della comunione l’altro appuntamento con la Sindone di questo anno martoriato, già in calendario per il prossimo Capodanno e destinato ai gruppi della Comunità ecumenica di Taizé. Si tratta di una contemplazione dedicata a decine di migliaia di giovani dai 18 ai 35 anni da 70 paesi del mondo, al culmine del 43° cammino di spiritualità e di preghiera interreligiosa. Un tenero abbraccio che né i ragazzi, né Torino vogliono mancare.
La Sindone, testimone di una Chiesa vicina alle famiglie
Con questo incontro di preghiera straordinaria davanti alla Sindone, la Sindone conferma una volta di più il proprio valore «pastorale» nella vita della Chiesa. Non più «reliquia di corte» come ai tempi di Casa Savoia, né soltanto un «mistero inspiegabile», ghiotto oggetto di studio per la scienza, la Sindone è testimone di una Chiesa vicina alle famiglie, soprattutto nel dolore e nelle avversità.